Per una formazione maieutica degli insegnanti
I bambini hanno qualità straordinarie grazie alle quali costruiranno il mondo di domani. Sono intraprendenti, seri, onesti, pieni di energia, di gioia di vivere, di interesse per quello che li circonda, sono capaci di entusiasmo e di meraviglia e hanno una grande fiducia nella bontà del mondo e degli uomini. L’educazione e l’insegnamento devono valorizzare tutte queste qualità, così che i bambini possano essere creativi ed autonomi e diventare adulti capaci di orientarsi nella vita e di trasformare con gioia il mondo che li circonda a partire da conoscenza, competenza e iniziativa.
Come preparare gli educatori e gli insegnanti a questo compito? Certo solo chi conosce l’entusiasmo potrà entusiasmare, solo chi prova interesse e meraviglia per quanto lo circonda e ha spirito di iniziativa potrà accompagnare con gioia i bambini alla scoperta del mondo e degli altri. Ma cosa può risvegliare nell’adulto queste qualità, sulle quali in ultima analisi si fondano allo stesso tempo la realizzazione personale e il progresso sociale?
Un primo punto consiste nel proporre percorsi formativi nei quali gli interessati debbano esercitare forme di pensiero autonomo. A questo scopo si potranno offrire nell’ambito di una stessa proposta formativa dei percorsi individuali di ricerca che ognuno definisce a partire dai propri interessi.
Negli ultimi decenni abbiamo assistito alla crisi del principio di autorità, la cui manifestazione è il moltiplicarsi dei problemi di ordine e disciplina in tutti gli ambiti sociali. Bambini, giovani e adulti mostrano sempre più spesso insofferenza per le situazioni nelle quali viene detto loro ciò che devono fare senza alcun coinvolgimento nella definizione delle regole che si chiede loro di rispettare.
Nonostante questa crisi le nostre istituzioni formative sono fondate ancora in massima parte sull’antico principio di autorità, secondo il quale chi insegna detta legge e stabilisce i compiti per chi impara. È però evidente che fondare un’istituzione su di un principio in crisi significa condannarla a una vita priva di prospettive. Per questo è necessario creare nuovi percorsi formativi che tengano conto della necessità delle persone di definire da sé gli obiettivi del proprio agire, prendendo parte ai processi decisionali che le riguardano.
I responsabili della formazione dovranno aiutare i partecipanti da un lato a scoprire attraverso l’esperienza le proprie capacità artistiche, manuali, tecniche, conoscitive e sociali, dall’altro a comprendere grazie a un’educazione dell’osservazione e del pensiero autonomo l’essere del bambino e le sue esigenze evolutive. Questa comprensione dovrà essere raggiunta, oltre che dallo studio dell’essere umano dal punto di vista corporeo, psicologico e spirituale, da un’analisi della cultura, della politica e dell’economia entro i quali sia l’insegnante che gli allievi devono integrarsi.
L’approccio con le materie proposte avrà lo scopo anzitutto di introdurre gli interessati all’argomento, senza alcun riferimento a questioni di ordine pedagogico, per affrontare in un secondo tempo le questioni legate all’insegnamento e alla didattica. In questa seconda fase l’obiettivo sarà da un lato l’elaborazione della materia conosciuta in relazione alle diverse età evolutive, dall’altro la stesura di un progetto da realizzare possibilimente con un gruppo di bambini.
Un’educazione che sia degna di tale nome deve fondarsi sulla meraviglia e l’entusiasmo. Dobbiamo mettere le persone che vogliono dedicarsi all’insegnamento non solo nella condizione di sperimentare meraviglia e entusiasmo, ma anche di riconoscere la differenza che c’è tra entusiasmarsi ed entusiasmare, meravigliarsi e meravigliare.
Il contributo economico richiesto ai partecipanti è ridotto al minimo indispensabile per il funzionamento dell’iniziativa, così che tutte le persone interessate possano partecipare senza dover rinunciare a causa di una insufficiente disponibilità economica.
La cultura è ciò grazie a cui si sviluppa il talento individuale. E il talento è il motore di qualsiasi progresso sociale. È perciò di fondamentale importanza che la cultura sia un bene a disposizione di tutti, indipendentemente dalle risorse economiche del singolo. Dobbiamo lavorare affinché si smetta di vendere la cultura come fosse una merce, per offrire opportunità formative libere a tutti quelli che stanno cercando la loro strada.