«La civiltà occidentale si trova oggi, nel mezzo di un lungo e profondo travaglio, alla sua scelta definitiva. Giacché le straordinarie forze materiali che la scienza e la tecnica moderna hanno posto a disposizione dell’uomo possono essere consegnate ai nostri figli, per la loro liberazione, soltanto in un ordine sostanzialmente nuovo, sottomesso ad autentiche forze spirituali le quali rimangono eterne nel tempo e immutabili nello spazio da Platone a Gesù: l’Amore, la Verità, la Giustizia, la Bellezza. Gli uomini, le ideologie, gli Stati che dimenticheranno una sola di queste forze creatrici non potranno indicare a nessuno il cammino della civiltà.»
(Adriano Olivetti, Città dell’uomo, Edizioni di Comunità 1960. Ristampato ne Il mondo che nasce, Edizioni di Comunità 2013)
Il mondo che nasce è quello che Adriano Olivetti immagina, progetta e costruisce dal 1946, ed è raccontato nei dieci scritti raccolti in questa antologia inedita.
Pagine in cui si parla di dignità delle persone, di conoscenza, di comprensione profonda dei valori della cultura, di responsabilità dell’impresa verso i lavoratori e l’ambiente, e dove la scienza, la tecnologia e l’economia sono strumenti al servizio dell’uomo e della comunità.
Parole di un’agenda ideale per costruire un mondo davvero nuovo.
«Se io avessi potuto dimostrare che la fabbrica era un bene comune e non un interesse privato, sarebbero stati giustificati trasferimenti di proprietà, piani regolatori, esperimenti sociali audaci. Il modo di equilibrare queste cose esisteva: creare un’autorità giusta e umana che sapesse conciliare le iniziative nell’interesse di tutti. Per essere efficiente doveva avere grandi poteri economici, doveva, in altre parole, fare nell’interesse di tutti quello che io facevo nell’interesse di una fabbrica. Non c’era che una soluzione: rendere la fabbrica e l’ambiente circostante economicamente solidali. Nasceva allora l’idea di una Comunità.»